Dopo un apprendistato in una scuola tecnica superiore, consegue nel 1956 il diploma di design di interni alla "Kuwasawa design school", istituto in cui venivano impartite nozioni di design occidentale. Dopo dieci anni apre un suo studio a Tokyo.
Negli anni '70 e '80 Kuramata si appassiona alle rivoluzionarie possibilità offerte dalle nuove tecnologie e dai materiali industriali, e produce oggetti realizzati in acrilico, vetro, alluminio, maglia di acciaio che sembrano svincolarsi dalla gravità, per dare vita a forme di grande leggerezza e trasparenza.
Nel 1972 gli è assegnato il "Mainichi Industrial Design Prize"; nello stesso anno disegna la lampada acrilica "Oba-Q", e quattro anni più tardi realizza la prima sedia e tavolo interamente realizzati con fogli di vetro.
Nel 1981 riceve il "Japan Cultural Design Award". Kuramata trae ispirazione dalla cultura giapponese e dalla creatività di Ettore Sottsass e del gruppo Memphis di Milano, cui si associa tra il 1981 e il 1983. Sottsass è considerato il suo maestro.
Nel 1985 disegna "begin the beguine", omaggio all'architetto Joseph Hoffman. L'anno successivo realizza "how high the moon", sedia in maglia di acciaio. Nel 1988 disegna la sedia "Miss Blanche". Realizza anche architetture di interni, tra cui negozio per Issey Miyake a New York, Parigi e Tokyo, improntate agli stessi principi creativi che informano i suoi mobili. Nel 1990 è insignito dal governo
Prima della mostra allestita alla Galleria Carla Sozzani (Milano, 2003), si ricorda la mostra itinerante "Shiro Kuramata 1934 -1991", a cura di Ettore Sottsass, che ha toccato Vienna (Museum fur Angewandte Kunst/Mak, 1999), Parigi (Musée des Arts Décoratifs, 1998), Montreal (The Montreal Museum of Decorative Arts, 1998), New York (Grey Art Gallery, New York University, 1998), San Francisco (San Francisco Museum of Modern Art, 1997), Tokyo (Hara Museum of Contemporary Art, 1996).