Maria Grazia Rosin studia con Emilio Vedova all’Accademia di Belle Arti di Venezia, trovando nella pittura la sua prima forma espressiva. Nel 1992 la Fondazione Bevilacqua la Masa offre all’artista l’occasione di realizzare le sue prime opere sperimentali in vetro in collaborazione con la scuola di Murano e con il maestro Ferro nella Fornace De Majo. A partire da questa esperienza, poi replicata in numerose altre mostre grazie ad un approfondimento delle tecniche espressive e del rapporto con le migliori maestranze muranesi, l’artista affianca alla bidimensionalità visionaria delle sue grandi tele le potenzialità scultoree del vetro. Sculture e oggetti in vetro, in un equilibrio creativo e di taglio innovativo tra arte e design, diventano nel tempo la sua principale forma di sperimentazione creativa, condivisa con un approfondito studio della tradizione vetraria muranese e con un rapporto privilegiato con le fornaci e i maestri soffiatori di fama internazionale attivi a Murano, quali Pino Signoretto, Andrea Zilio e Alberto Strilli